L'ULTIMO DEI BULLI - ER TINÈA
nella sonnolente roma papalina ,nel suo secolare immobilismo, le "questioni" si risolvevano con i duelli, le armi erano sciabole e fioretti per l'alta società ,coltelli e fionde per il popolino. e proprio nel popolino nasce la figura del "bullo" ,uomo massiccio e prepotente . il bullo romanesco non chiede pizzo, non svolge attività illegali, non ruba, il furto è per perdenti e disperati, il bullo vuole essere rispettato, onorato, a rischio della sua stessa vita , difende la sua famiglia ,il suo rione e la sua città. A Trastevere e a monti c'erano vere e proprie scuole di"punta e Tajo ". le ragazze regalavano ai loro fidanzati il coltellaccio del bullo, dal manico decorato e le iniziali dell amata incise. i vicoli di Trastevere di quei tempi i bulli erano veloci di mano e di lingua ,infatti avevano una parlantina affilata e sottoforma di stornelli. avevano nomignoli più disparati er pomata, er tinèa, er zeppa er cicor...