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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

L'ULTIMO DEI BULLI - ER TINÈA

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  nella sonnolente roma papalina ,nel suo secolare immobilismo, le "questioni" si risolvevano con i duelli, le armi erano sciabole e fioretti per l'alta società ,coltelli e fionde per il popolino. e proprio nel popolino nasce la  figura del "bullo" ,uomo massiccio e prepotente . il bullo romanesco non chiede pizzo, non svolge attività illegali, non ruba, il furto è per perdenti e disperati, il bullo vuole essere rispettato, onorato, a rischio della sua stessa vita , difende la sua famiglia ,il suo rione e la    sua città. A Trastevere e a monti c'erano vere e proprie scuole di"punta e Tajo ". le ragazze regalavano ai loro fidanzati il coltellaccio del bullo, dal manico decorato e le iniziali dell amata incise. i vicoli di Trastevere di quei tempi i bulli erano veloci di mano e di lingua ,infatti avevano una parlantina affilata e sottoforma di stornelli. avevano nomignoli più disparati er pomata, er tinèa, er zeppa er cicoriaro. ma chi fu er più bul

BARTOLOMEO SCAPPI- il cuoco del Papa

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  Pio V sebbene si nutrisse in modo frugale aveva il cuoco più raffinato del Rinascimento: BARTOLOMEO SCAPPI. ci troviamo a metà del 1500 e l'evoluzione della cucina europea era in mano a lui, fu un innovatore introducendo ingredienti sconosciuti provenienti dalle Americhe o prodotti fino ad allora trascurati come il burro, la    panna montata, le frattaglie, creò i brodi con le erbe povere come l'ortica o gli asparagi selvatici, ma anche ravioli e tacchino ripieno animale sconosciuto in Europa. scrisse a fine carriera un ricettario , il primo libro illustrato di gastronomia della storia dal titolo OPERA DELL ARTE DEL CUCINARE. Bartolomeo scappi stesso fu l'autore anche delle illustrazioni, ben 27 tavole illustrate della cucina rinascimentale ,dalle stoviglie all affumicatura, dalle rotelline per la  pasta allo spiedo multiplo creato per lui da Michelangelo . contiene centinaia di ricette a base delle più svariate carni, dal pollo al vitello ,dal cervo all orso, dal cappone

L' ULTIMO DEI CASTAGNARI "er callarostaro"

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  i n una roma che cambia ,in un quartiere che si trasforma ,ci sono personaggi ,che loro malgrado, hanno la    capacità di fermare il tempo, di fissarlo come non fosse mai passato.  chi ha la mia età e non solo ,sicuro lo ricorda,  perché da lì non si è mai mosso, è "il signore delle castagne" come lo chiamavo da piccolina , seduto davanti all' entrata della Rinascente a piazza Fiume. Dall'inizio dell'autunno fino ad inverno inoltrato ,da più di 50 anni arriva con la  sua ape 50 verde scuro ,il suo braciere, sempre lo stesso, uno sgabellino e due sacchi di carbone e castagne, comincia con cura e pazienza ad intagliarle , accende la  brace, in un istante la  strada "profuma" di buono, di infanzia, di ricordi belli, di felicità . riesco a percepirlo anche aprendo la  finestra di casa ,lo cerco con gli occhi e il tempo si ferma. Il suo nome è TITO , l'ultimo dei castagnari , vestito di scuro ,con la    coppola appena appoggiata sul capo , chino a prepa

IL PORTO DI RIPETTA E LA FONTANA "DIMENTICATA"

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  da piazza del popolo parte il famoso tridente (di cui vi avevo già parlato), via del Babuino, via del Corso e via di Ripetta , a me molto cara per una serie di ricordi indelebili della mia vita che un giorno vi spiegherò perché consoni alla storia di questa meravigliosa città. via di ripetta  "piccola riva " prende il nome dal porto fluviale e per distinguerlo da quello più grande di ripa grande fu chiamato ripetta. nel 1704 Clemente XI approvo' la  proposta di creare un vero e proprio approdo nel punto in cui sorgeva un porticciolo rudimentale "abusivo" per lo scarico di legname, carbone e vino. si realizzò cosi' il porto con il pregiato travertino di un'arcata del Colosseo crollata per un terremoto .architetto Alessandro specchi. c'erano due ampie cordonate ,un emiciclo, una bellissima fontana e due colonne che segnavano i vari livelli delle alluvioni avvenuti tra il 1495 e il 1750 con il nome del pontefice regnante. oggi se ne conserva una sola 

MASTRO TITTA - il boia di Roma

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  Borgo Pio - vicolo del Campanile n 2- portoncino medievale delizioso e penso......chissà chi ha abitato in questa casa in passato? la risposta è presto data : Giovanni Battista Bugatti in "arte" Mastro Titta. abitazione di mastro titta oggi vicolo del campanile ai tempi  Nato a Senigallia nel 1779 ,ha iniziato la  sua carriera a 17 anni , il suo nome ha segnato un' epoca. Era il boia di Roma, nella Roma del Papa re .  In quel tempo le esecuzioni erano come spettacoli a cui assistere anche con i figli ,sopratutto maschi , una sorta di insegnamento pedagogico, un monito a rigare dritto!!!! La  folla si accalcava nella piazza, si costruivano impalcature in legno per assistere all'evento, si affollavano i balconi. Le esecuzioni avvenivano sulla riva sinistra del Tevere , piazza del popolo, campo de fiori ,piazza del Velabro .....insomma Mastro Titta che abitava sulla riva opposta vicino a Castel sant' Angelo doveva "passare ponte" per svolgere il suo lavor

PALAZZO SPADA - il palazzo della finta prospettiva

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  P alazzo Spada fu costruito nel 1540 dal cardinale Girolamo Capodiferro e acquistato in seguito dal Cardinale Bernardino Spada ,da cui prese il nome , per 31.500 corone ,trasformandolo in un vero palazzo grazie dal genio di Borromini che ne curò il restauro. La  bellezza del palazzo inizia dalla facciata cinquecentesca con nicchie e statue romane in stucco e continua nello splendido cortile con gli stessi motivi . una delle particolarità di questo luogo incantevole è "il colonnato della finta prospettiva " del Borromini creato nel cortile. cosa significa?  la  finta prospettiva è creata dall' illusione che la  galleria sia lunga 37 metri circa ma in realtà è lunga solo 8 metri .  Grazie al gioco di altezza delle colonne ( che all'inizio partono alte e in fondo vanno ad abbassarsi )e al pavimento mosaico che sale, la  statua di Marte, posta in fondo sembra a grandezza naturale ma in realtà è alta solo 60 cm. INCREDIBILE . GENIO ASSOLUTO.  Il Cardinal Spada era un ama